Petizione di Gioventù per i Diritti Umani

martedì 26 giugno 2007

PSICHIATRIA: CREAZIONE E SVILUPPO DI UNA "MALATTIA MENTALE"

La "dipendenza da Internet e dai videogames" sarà una possibile new entry nella prossima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il che equivale ad una nuova malattia mentale.
L'Associazione Medica Americana (
AMA) ne sta discutendo la validità, secondo il rapporto presentato è dipendente chi usa i video giochi per più di due ore al giorno.

Ma anche questa "sindrome" è controversa, come riporta un articolo su "
The Observer", o il rapporto stesso nel quale si parla dei potenziali benefici per alcuni aspetti dell'assistenza sanitaria riabilitativa. Ma del resto la maggior parte delle "malattie" coniate dalla psichiatria non ha riscontri oggettivi.

Il Dottor Bruce Levine, autore di Commonsense Rebellion:

"Ricordiamo che non è stato trovato nessun marcatore biochimico, neurologico o genetico per il Disturbo da Deficit di Attenzione, il disturbo oppositivo provocatorio, la depressione, la schizofrenia, l'ansia, l'abuso compulsivo di droghe e alcol, l'obesità, il gioco d'azzardo o qualsiasi altra malattia mentale, disagio o disturbo".

Nel rapporto presentato, nella sezione Effetti Psicosociali si legge:

"…nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV, il termine dipendenza da Internet è stato usato per descrivere il fenomeno di eccessivo uso di Internet e videogioco, o il tempo eccessivo speso usando questi mezzi di comunicazione. Questo termine sembra essere stato coniato negli anni 90' quando i ricercatori tentavano di descrivere una costellazione di comportamenti osservati nelle persone usando l'Internet."

Jhon Read professore incaricato di psicologia all'università di Aukland, Nuova Zelanda, nel 2004 affermò:

"Vengono creati elenchi di comportamenti, successivamente si applicano etichette altisonanti alle persone che hanno tali comportamenti e successivamente si usa la manifestazione di questi comportamenti per provare che essi soffrono della malattia in questione. Questo metodo non dice niente delle cause o delle soluzioni".

"I legislatori e il pubblico in generale non dovrebbero essere ingannati. I comportamenti non possono essere malattie!".

Professore aggiunto di psicologia Chestunt Hill College, Philadelphia.


Nel 1995 lo psicologo Jeffrey A. Schaler affermò:
"Il concetto di validità scientifica sebbene non rappresenti un'azione, è correlato al concetto di frode. La validità si riferisce alla misura in cui qualcosa rappresenta ciò che dichiara di rappresentare o misurare. Quando i mezzi diagnostici non rappresentano ciò che si prefiggono di rappresentare, possiamo affermare che tali mezzi mancano di validità. Se una transazione o un affare commerciale si basassero su una simile mancanza di validità, diremmo che tale mancanza di validità costituisce una frode. Il Manuale Diagnostico e Statistico (DSMIV) pubblicato dall'American Psychiatric Association… è noto per la sua bassa validità scientifica".

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, di richiedere accurate analisi mediche.

Se ritieni di aver subito danni a causa di diagnosi o trattamenti psichiatrici puoi metterti in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Tel.: 02 36510685Email:
linea.stampa@ccdu.org siti: www.ccdu.org - www.cchr.org

Dico NO alla Droga!!!

Milano - DICO NO ALLA DROGA , campagna coordinata dalla Chiesa di Scientology, nota nel mondo dello sport e dello spettacolo col motto-citazione di L. Ron Hubbard: "Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono, comunque, l'unica ragione di vivere", è più che mai in piena attività per rispondere all'appelo dell'ONU in occasione della giornata internazionale della lotta alla droga.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987 decise di commemorare il 26 giugno come la Giornata Internazionale Contro l'Abuso ed il Traffico di Droga, "Esprimendo la determinazione per rafforzare le azioni e, coordinandosi a livello nazionale, regionale e locale, verso la meta di una società mondiale libera dall'abuso di droga".

I Volontari di DICO NO ALLA DROGA della sede Milanese, hanno organizzato una serie di iniziative che rispondono a varie richieste, come quello di un ambiente più sicuro in cui vivere, con diverse città che hanno aderito ad una giornata nel nome della sicurezza, scendeno nelle strade domenica 24 per prendersi cura delle zone a rischio-siringhe, infatti a Milano, Bergamo e Como, in contemporanea, parecchi volontari hanno setacciato le zone più a rischio della città coinvolgendo diversi cittadini.



lunedì 25 giugno 2007

L.Ron Hubbard

"Abbiamo le soluzioni per la sofferenza umana e sono a disposizione di tutti”.

Con queste parole colme di verità, L. Ron Hubbard si riferiva in particolare a un mezzo per soppiantare l’intolleranza con la benevolenza, la criminalità con la decenza, la degradazione con la dignità e l’onore.
In breve, si riferiva a tutto quello che può essere concretizzato mediante gli strumenti di etica personale da lui esposti e il suo codice morale laico, "La via della felicità" e, quindi, tutto ciò per cui si è battuto quale umanitario di questo secolo, il cui operato si è dimostrato della massima pertinenza.

L. Ron Hubbard scrive nell'introduzione:
"Tu sei importante per gli altri. Ti ascoltano. Puoi influenzarli.
La felicità o l'infelicità delle persone che conosci è importante per te.
Senza troppe difficoltà, usando questo libro, puoi aiutarli a sopravvivere e a condurre una vita più felice.
Benché non si possa garantire che tutti gli altri siano felici, si possono aumentare le loro possibilità di sopravvivenza e di felicità. E, con le loro, lo saranno pure le tue.
Hai il potere di indicare la via verso una vita meno pericolosa e più felice."

Visita il sito:
http://www.valori-morali.it/pg005.html e troverai i 21 percetti della via della felicità e come acquistare il libro

e

http://www.lronhubbard.org/humanitl/intro1.htm dove troverai un'esauriente descrizione della grande figura di L.Ron Hubbard.

Gioventù per i Diritti Umani

Gioventù per i Diritti Umani nasce nel 2001 negli Stati Uniti, grazie all'educatrice Mary Shuttleworth ed è un progetto che promuove la conoscenza e un'educazione basata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, affinchè ogni bambino ed adulto sulla terra possa comprendere quanto siano importanti, conoscerli ed applicarli.

In Italia tale progetto nasce nel 2004, grazie all'Associazione per i Diritti Umani e la Tolleranza onlus che si è costituita il 10 dicembre di quell'anno proprio per onorare la celebrazione della nascita della Dichiarazione Universale.

Da allora sono state fatte molte inziative in tutto il mondo e per un approfondimento vi consigliamo di visitare il sito: www.youthforhumanrights.org

venerdì 22 giugno 2007

Due GRANDI...

Un dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
Mahtma Gandhi


Vivi la vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
Madre Teresa

La Meditazione


"La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri. "

Nelson Mandela




Lo Zyprexa uccide

R.S. a cura della redazione ECplanet

La Eli Lilly ha occultato documenti compromettenti...

Stati Uniti - Negli USA è scoppiato il caso “Zyprexa kills” (lo Zyprexa uccide), quando l'avvocato Jim Gottstein, fondatore del sito PsychRights, ha fornito al New York Times la documentazione sui gravi effetti collaterali dello psicofarmaco Zyprexa, mantenute segrete dalla casa farmaceutica Eli Lilly.
L'Olanzapina, immessa nel mercato nel 1996 con il nome commerciale di Zyprexa, è uno psicofarmaco neurolettico molto utilizzato in psichiatria, spesso spacciato per medicamento “miracoloso” e con pochi e blandi effetti collaterali. La verità venuta invece a galla grazie all'inchiesta di Gottstein e approfondita successivamente dal New York Times, è che causa gravi effetti collaterali tra cui l'obesità e l'innalzamento della glicemia, entrambe cause del diabete. Dalle migliaia di documenti occultati dalla Eli Lilly emerge che la nota casa farmaceutica non solo era consapevole di questi rischi, ma ha fatto di tutto per occultare le ricerche compromettenti al fine di non pregiudicare la commercializzazione di quello che è oggi il suo farmaco più venduto. Un affare che solo nel corso del 2006 le ha fruttato oltre quattro miliardi di dollari.

Data articolo: giugno 2007

Tratto dalla rivista Orizzonti

giovedì 21 giugno 2007

C'è qualche voce stonata nel coro!!!

...Persino alcuni psichiatri si ritrovano con un palmo di naso dinanzi ai comportamenti strambi di certi colleghi...leggette l'articolo americano che vi riporto di seguito, tradotto in questi giorni da grandi amici, troverete il motivo delle mie osservazioni!

Boston Globe
Standard di trattamento fuorviati
Di Lawrence Diller
19 giugno 2007
Come dottore, ho fatto quasi l’impensabile in una recente conferenza sui disordini bipolari dei bambini. Ho assegnato a un altro dottore la responsabilità morale della morte di Rebecca Riley (una bambina di 4 anni di Hull).
Fare dei nomi, in medicina, semplicemente non è molto consueto, e conoscevo i rischi personali e professionali che mi stavo assumendo. Ho sentito l’impulso di nominare Joseph Biederman, capo della clinica psicofarmacologica dell’Ospedale Pediatrico Generale del Massachusetts, come moralmente colpevole di fornire la “base scientifica” che ha permesso che Rebecca morisse.
I genitori di Rebecca sono stati imprigionati e accusati del suo decesso. Sono accusati di averle dato intenzionalmente dosi eccessive di clonidina; una droga contro l’ipertensione e sedativa. Uno di questi tre farmaci medicine psichiatrici è stata prescritto da un certo Tuft, psichiatra per bambini dell’Ambulatorio Medico del New England. Rebecca era stata curata con queste medicine sin dall’età di 2 anni e mezzo, per una supposta diagnosi di disordine bipolare: un nuovo nome per la mania depressiva.
Mentre lo psichiatra coinvolto si è trattenuto dal commentare il caso, sia il suo legale che il centro ambulatoriale, hanno difeso le sue azioni come “conformi agli standard di trattamento”. Biederman e i suoi colleghi di Harvard sono i professionisti con la responsabilità maggiore per lo sviluppo e la promozione di quegli standard di trattamento, che include la diagnosi del disordine bipolare per bambini dell’asilo dell’età di addirittura di due anni, e il loro trattamento con cocktail di farmaci.
Biederman, nel 1996, scioccò il mondo della psichiatria per bambini annunciando che circa un quarto dei bambini che stava curando per il disturbo di mancanza di attenzione da iperattività, rispecchiavano anche i suoi criteri per il disordine bipolare. Fino ad allora, il disordine bipolare era diagnosticato di rado negli adolescenti, e non se n’era mai sentito parlare per i bambini in età pre-puberale.
Biederman poté giustificare le sue scoperte, ampliando semplicemente le definizioni semantiche relative ad una condizione prima più circoscritta, contenute all’interno della bibbia psichiatrica Americana: il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”.
Biederman ha presentato un certo numero di studi e documenti intesi a dimostrare la validità della sua diagnosi e trattamento. La sua ricerca ha sempre esemplificato quanto di meglio ci si potrebbe aspettare dal modello di psichiatria del DSM. Ma le diagnosi nel manuale sono strettamente collegate al modello medico dei disturbi psichiatrici basati sulla biologia, e sono concentrate unicamente sull’individuo.
Mentre il manuale fornisce un’utile guida clinica per gli adulti, comincia le sue spiegazioni con dei presupposti relativi ai disturbi distinti e specifici dei bambini, e ignora le famiglie e gli ambienti in cui vivono i bambini. La più grande assurdità di questo modello scientifico è la diagnosi di un disturbo bipolare in bambini di 2 anni di età e il collegamento al disturbo degli adulti mediante l’uso dello stesso nome – nel processo di marchiare i bambini piccoli come pazienti mentali cronici condannati a una vita di droghe psichiatriche.
Persino l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry – nei suoi recenti parametri sulle diagnosi dei bambini – evita la diagnosi bipolare e il conseguente trattamento medico di bambini inferiori a 6 anni. Ma purtroppo ci sono ancora migliaia di potenziali “Rebecca Rileys” che vengono trattati con più farmaci psichiatrici, perché Biederman ha detto che andava bene e che era necessario.
Supportati da finanziamenti promozionali di milioni di dollari da parte dell’industria farmaceutica, Biederman e i suoi colleghi girano il mondo per offrire "istruzione" medica professionale al loro singolare punto di vista.
Per finire, cosa triste ma purtroppo vera, il campo della psichiatria infantile ha paura di Biederman. Si possono sentire le preoccupazioni e paure sussurrate nelle sale e cliniche accademiche in cui Biederman ha prestato servizio.
Ma sfidando educatamente Biederman in pubblico si rischia di essere redarguiti e ridicolizzati pubblicamente da lui e dal suo team. Inoltre, i ricercatori accademici nel campo della psichiatria infantile rischiano di perdere i loro finanziamenti se criticano questo beniamino dell’industria farmaceutica, che attualmente fornisce la maggior parte dei soldi per la ricerca psichiatrica.
Il silenzio era assordante – e la morte di Rebecca mi ha spinto a superare il limite – perchè per oltre un decennio mi sono sentito a disagio con queste pratiche sui bambini piccoli. Non sono contrario ai farmaci psichiatrici per i bambini. Scrivo queste ricette per i bambini da oltre 30 anni nella mia clinica che non è collegata all’industria farmaceutica.
Rischio la censura personale e la perdita della mia credibilità nel sostenere un concetto e trattamento più ampio per i bambini con problemi comportamentali.
Ma questa volta, Dr. Biederman, ti sei spinto troppo in là.

Il Dr. Lawrence Diller esercita come professionista di pediatria comportamentale e dello sviluppo presso la clinica Walnut Creek, California, ed è l’autore del libro "The Last Normal Child: Essays on the Intersection of Kids, Culture and Psychiatric Drugs".

Grande MARCO GUIDETTI!!! ^_^


Ciao a tutti!
Ricordate "Lettera al direttore...ADHD: malattia o invenzione?"? Un mio post di qualche giorno fà, beh, questa lettera ha avuto varie risposte ed è stata pubblicata. Di seguito trovate proprio i link di alcune pubblicazioni.




mercoledì 20 giugno 2007

Diritto ad una POSSIBILITA'!!!


Dal 1966, lo scopo del programma Narconon di riabilitazione è quello di aiutare il tossicodipendente a liberarsi stabilmente dalle droghe o dall’alcol.
Lo scopo del programma di prevenzione Narconon è quello di educare efficacemente ed i giovani e gli adulti di tutto il mondo alla verità su droghe, farmaci e alcol ed al loro effetto sulla mente e sul corpo; così che i giovani arrivino alla maturità protetti dai pericoli di voler sperimentare sostanze tossiche e così che gli adulti responsabili delle strategie sulla droga possano decidere una politica etica e razionale per salvaguardare la società dall’abuso di sostanze tossiche.
Dal 1981 il programma Narconon è presente in Italia e in un quarto di secolo si è espanso in Croazia, Macedonia, Spagna, Sud Africa, Egitto, fino alla repubblica Islamica dell’Iran.
L’ufficio di coordinamento tra questi paesi è il Narconon Sud Europa, con sede a Milano in via Leoncavallo 8, telefono 02 - 36589162.
Il primo intervento del Narconon, sia nella riabilitazione e sia nella prevenzione delle droghe, parte dai suoi stessi centri e dimostra l’efficacia del suo modello educativo: la metodologia didattica drug free (che non utilizza farmaci sostitutivi) basata sulla tecnologia di L. Ron Hubbard che da quarant’anni produce una quantità di persone stabilmente libere dalla droga, etiche e produttive.
Narconon Albatros, Loc. Tremoli 47 - 87020 Papasidero - CS
Telefono: 347 4360562

Narconon Alfiere, Via Montefeltro16/2 - 61100 Pesaro
Telefono: 0721 404074

Narconon Astore, Via Necropoli 22 - 61020 Novilara - PU
Telefono: 0721 286996

Narconon Falco, Contrada Monti - 87100 Altilia - CS
Telefono: 0984 964720

Narconon Gabbiano, Via Sentinella - 73020 Melendugno Torre Dell’Orso - LE
Telefono: 0832841455 - 0832841456

Narconon Grifone, Via Rosso di Sansecondo 129 - 95020 Aci Sant’Antonio - CT
Telefono: 095 7893667

Narconon William Benitez, Via Regione San Grato 107, 14018 Villafranca d’Asti - AT
Telefono: 0141 943753

martedì 19 giugno 2007

Firenze batte Novartis 1 a 0!!!


Martedi 19 Giugno 2007 ore 12:11:40
Fonte : www.umanista.org

Il comune di Firenze si schiera contro la somministrazione del Ritalin (il potente psicofarmaco somministrato ai bambini vivaci), con un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale.

Il metilfenidato, meglio conosciuto con il nome commerciale di Ritalin, dovrebbe curare l’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) conosciuta come sindrome da iperattività e definita, senza criteri scientifici, come patologia. In realtà non esiste un criterio scientifico chiaro per la sua diagnosi ma una semplice osservazione del comportamento dei bambini. Il disturbo, caratterizzato da iperattività, difficoltà di attenzione ed impulsività (manifestazioni tipiche di molti bambini), sembra essere assurto a “caso” più per una necessità di piazzare il farmaco e incrementare i profitti delle case farmaceutiche, che per una reale volontà di prendersi cura della salute dei bambini. Sotto l’effetto del farmaco il bambino assomiglia ad un vegetale e nei momenti di lucidità rafforza l’opinione di se stesso come essere “malato” cosa che retroalimenta ed incrementa le difficoltà nel comportamento. Studi ed evidenze scientifiche mostrano inoltre danni permanenti al sistema nervoso centrale, incremento dei disturbi e una cronicizzazione del danno alla salute sul quale, guarda caso, guadagnano nuovamente le case farmaceutiche. La decisione del Consiglio Comunale è un segnale davvero incoraggiante sulla strada della lucidità e della difesa della fascia più esposta e discriminata: i giovani.


lunedì 18 giugno 2007

Lettera al direttore...ADHD: malattia o invenzione?

Egregio Direttore,

ho partecipato alla conferenza "ADHD, disturbo da deficit d´attenzione
e iperattività - Malattia o invenzione?" tenutasi giovedì 14 c.m.
presso la Sala Consiliare del comune di Gassino (TO). I relatori erano
sia Consiglieri comunali che dottori (medico, psichiatra e
neuropsichiatra infantile).
A fine conferenza si è aperto un dibattito a volte anche acceso sulla
questione ADHD e bambini e la proposta di legge regionale per "le norme
in materia di sostanze psicotrope su bambini e adolescenti (N. 405
presentata in regione Piemonte il 20/2/2007)".
Sia il medico che lo psichiatra hanno affermato che non esiste a
tutt'oggi un test biologico che dimostri uno squilibrio di qualche tipo
riconducibile a qualsiasi malattia mentale, mentre nella sua
presentazione il neuropsichiatra infantile ha menzionato "disturbi
psichici in età evolutiva di componente biologica, disturbi psichici
genetici e biologici, ecc.".
A mia domanda diretta nella quale esprimevo di essere confuso visto le
due opposte affermazioni e dove chiedevo chiarimenti se l´ADHD fosse o
no una malattia, mi sono sentito rispondere dal neuropsichiatra
infantile che non è una malattia ma un "disturbo".
È una vergogna che si giochi sulla vita di bambini e persone con
termini come "non è una malattia ma un disturbo" così da poterlo
"curare" con psicofarmaci anfetaminici (è stato detto che il Ritalin e
altri hanno già causato la morte di 400 persone nel mondo) da
dare a bambini di 8 anni quando d'altro canto non si vorrebbero avere
neanche gli spinelli nella scuola!
È uno scandalo ed è incredibile che la "base scientifica" per fare la
diagnosi di ADHD sia composta da banali domandine (come esempio:
" "Spara" le risposte prima che sia terminata la domanda?") simili a
quelle che si possono trovare nei giornali per ragazzi per "capire" se
il "lui" o la "lei" andranno bene come coppia o come amici a seconda
del punteggio risultante dal test.
Non scherzo, purtroppo. È un sistema simile che produce un punteggio in
base al criterio di osservazione di chi esamina il comportamento del
bambino, l´ insegnante della scuola (non una macchina, come un
elettrocardiografo, che misura in maniera invariabile, ma una persona
che "valuta" il bimbo, e quindi estremamente variabile - ogni persona è
diversa dalle altre).
La cosa tragica è che psichiatri e neuropsichiatri infantili ci credono
davvero! Ma dov'è la Scienza?
Ho il forte sospetto che tutto questo sia spinto da enormi interessi
commerciali delle case farmaceutiche produttrici di psicofarmaci.
Avremo quindi una Società di persone con le varie pillole per
"risolvere" i loro problemi o per non farglieli vedere o percepire
tramite un velo chimico di incoscienza? O sarebbe meglio andare a monte
e capire e aiutare loro a risolvere davvero i loro problemi.
Ovviamente è più semplice e sbrigativo usare una pillola, oltre che
enormemente vantaggioso per le case farmaceutiche.
Dice un proverbio orientale: "se viene da te qualcuno che ha fame, non
dargli un pesce per sfamarlo, dagli la canna e insegnagli a pescare".
A buon intenditore....

Marco Guidetti

Herman Hesse "Sull' Amore"

Si chiama Amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione
a ciò che l'Imperscrutabile vuole fare di noi anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo -
QUESTO E' CIO' A CUI TENDIAMO.

Morte in psichiatria, tutti assolti...

giovedì 07 giugno 2007
From: quiBrescia.it

(red.) Assolti perché il fatto non costituisce reato. E’ finito in questo modo, mercoledì pomeriggio, l’iter giudiziario per sei medici bresciani in servizio nel reparto di Psichiatria del Civile nel 2000, accusati a vario titolo per la morte di un giovane ricoverato.
Il ragazzo di soli vent’anni, era stato portato in psichiatria il 4 gennaio del 2000 per un trattamento sanitario obbligatorio, a seguito di una crisi dovuta a schizofrenia. In reparto il giovane venne sedato e immobilizzato nel letto di contenzione per cinque lunghi giorni. Ma quando venne poi liberato dalle cinghie ebbe un malore, provocato da un embolo. Poi il coma e, dopo cinque giorni di ricovero, il giovane si spense.Ieri mattina l’avvocato di parte civile Ennio Buffoli aveva, invece, chiesto la condanna dei sei medici del reparto e una provvisionale di 150 mila euro per i familiari del ragazzo. Per l’avvocato di parte civile la morte per embolia era senz’altro da ricondurre all’immobilità per cinque lunghi giorni nel letto di contenzione. Tesi avvalorata dal fatto che, come sottolineato dal legale, dopo la morte del giovane venne cambiato il protocollo d’intervento e ora, come prassi, ai pazienti immobilizzati vengono somministrati farmaci per fluidificare il sangue e scongiurare il pericolo di una trombosi. Il giudice Francesco Beraglia ha però deciso di accogliere le richieste del pm Francesca Stilla, avanzate nella scorsa udienza, nella quale il pubblico ministero aveva sostanzialmente chiesto l’assoluzione dei sei medici imputati per omicidio colposo, a causa della “contradditorietà della prova”, negando nei fatti il nesso tra la costrizione a letto e la morte del giovane.

Sono molto addolorata, poichè tali maltrattamenti sono all'ordine del giorno nei reparti psichiatrici...i diritti umani sono negati...non esistono...i "senza senno" sono trattati alla stregua di animali...ma chi è il vero pazzo, mi chiedo?
Se hai denuncie da fare per maltrattamenti simili per mano di questi pseudo dottori, clicca sul link del ccdu (www.ccdu.org) e troverai i contatti necessari...SI PUO' OTTENERE GIUSTIZIA!!!

Sushy ^_^

mercoledì 13 giugno 2007

REPARTI DI PSICHIATRIA DOPO L'ANNO 2000

Ciò che non si vede dietro le porte chiuse...

Un operatore del settore riporta di due reparti psichiatrici: "Verso le 22:00 suona la campanella di un ricoverato che vuole la padella non avendo ricevuto risposta si è bagnato ed è rimasto così fino alle 8:00 della mattina. L'infermiere stava dormendo. Quello stesso infermiere spesse volte ho visto che terrorizzava i pazienti per non essere disturbato, mentre doveva guardare la partita o il moto mondiale. Anche un'altra infermiera dormiva durante il turno di notte non rispondendo alle campanelle che suonavano dei pazienti".
Di un paziente che aveva appena ricevuto una lavanda gastrica e altri trattamenti, dopo aver tentato il suicidio, l'operatore racconta: "Veniva lasciato solo tutta la notte, nonostante sulla cartella ci fosse la richiesta di costante monitoraggio, mentre l'infermiera dormiva".

W.B. una paziente laureata, racconta che dal 2000 che è iniziato il suo calvario, è passata da una prescrizione e assunzione di psicofarmaci che le causavano: "Tristezza profonda, confusione mentale, come una nube tossica". Successivamente ricoverata in una clinica: "Mi avevano detto che mi avrebbero tenuta per 10 giorni, invece mi hanno trattenuta per 3 mesi. Ero intollerante agli psicofarmaci, li hanno provati tutti, non ho avuto altro che peggioramenti, con i miei problemi personali triplicati. Uscita da lì la mia vita non era più la stessa, ero come assente, tutto aveva perso senso, mi sentivo degradata, sporca. In un successivo ricovero: "Mi trattavano come una bambina stupida, mi davano uno psicofarmaco dicendomi 'così non pensi più'. Mi sentivo una deficiente. Mi davano altri psicofarmaci che mi facevano stare male, sono aumentata di 37 kg, con problemi fisici e mentali vari, atteggiamenti psicotici e follia causati da questi psicofarmaci. Non ero ascoltata quando dicevo che ero allergica a determinati psicofarmaci. Ero diventata un mostro a causa delle trasformazioni fisiche: capillari che mi si rompevano, bocca storta."

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus da anni si sta battendo affinché queste realtà vengano alla luce e mostrino il vero volto del campo della salute mentale e le istituzioni e la legge si rendano più attive nel salvaguardare i diritti umani.

Il Codice di Deontologia Medica recita ai seguenti articoli:
Art. 3 "Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana…".
Art. 18 "I trattamenti che incidono sulla integrità e sulla resistenza psico-fisica del malato possono essere attuati, previo accertamento delle necessità terapeutiche, e solo al fine di procurare un concreto beneficio clinico al malato o di alleviarne le sofferenze".
Art. 20 - Rispetto dei diritti della persona – "Il medico deve improntare la propria attività professionale al rispetto dei diritti fondamentali della Persona".
CAPO IV - Art. 30 "Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate. ….".

Per informazioni:

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Tel 02 36510685
Email:
linea.stampa@ccdu.org
Sito: www.ccdu.org

lunedì 11 giugno 2007

Antidepressivi, rischi nei primi mesi

Alte percentuali di comportamenti suicidi, nei pazienti giovani, inducono alla prudenza negli USA

di Francesco Cro *
Repubblica "Supplemento Salute"

Nei pazienti giovani e nei primi due mesi di terapia il trattamento con farmaci antidepressivi può aumentare il rischio di comportamenti suicidi. A queste conclusioni è giunto l'ente statunitense di controllo sulla commercializzazione dei farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), che ha invitato tutte le case produttrici di antidepressivi ad aggiornare i foglietti illustrativi con l'avvertenza che, nei pazienti giovani (di età compresa tra i 18 e i 24 anni), l'ideazione ed il comportamento suicida possono peggiorare nelle fasi iniziali del trattamento.
L'aggiornamento attuale, proposto dalla FDA all'inizio di maggio, va ad integrare quello di due anni fa, che avvertiva dell'aumentato rischio di suicidio nei bambini e negli adolescenti in terapia antidepressiva.
Le case farmaceutiche, cui è stato dato un mese di tempo per adeguare i foglietti illustrativi, sono state anche invitate a fornire materiale informativo per pazienti e familiari ("guide alla medicazione").
L'iniziativa della FDA nasce da una ricerca, avviata nel 2005, che ha coinvolto più di settantasettemila pazienti trattati con antidepressivi. La Consulta sugli psicofarmaci della FDA, responsabile del provvedimento, sottolinea però che la depressione non curata presenta di per sé un elevato rischio di suicidio, e Steven Galson, direttore del Centro per la valutazione e la ricerca sui farmaci della FDA, pur riconoscendo la necessità di informare correttamente medici e pazienti dei possibili rischi, esorta le persone che assumono antidepressivi a non abbandonare il trattamento. Dallo studio della FDA è infatti emerso che dopo i 25 anni l'aumentato rischio di suicidio non esiste, ed è addirittura diminuito nei pazienti di 65 anni o più. E una recente ricerca, condotta del Dipartimento di Pediatria dell'Università dell'Ohio (Columbus, USA) su bambini e adolescenti (età massima: 19 anni), e pubblicata ad aprile sul Journal of the American Medical Association, ha concluso che anche in questa fascia di età i benefici della terapia antidepressiva sono, rispetto al pericolo di suicidio, largamente superiori ai rischi.
L'incremento dei comportamenti suicidi nelle prime fasi del trattamento antidepressivo, suggerito da molti resoconti clinici, è probabilmente legato all'aumento delle energie a disposizione del paziente, prima che l'umore si sia normalizzato; il paziente, ancora triste, depresso e sfiduciato, può trovare così la forza di compiere il gesto che prima non riusciva a mettere in atto proprio a causa dell'indebolimento della volontà, causato dalla depressione. Non bisogna però dimenticare che la malattia stessa è responsabile dell'80% dei suicidi, e che il 15-20% dei pazienti depressi è a rischio di commettere suicidio: la depressione va quindi sempre trattata tempestivamente, tenendo d'occhio i segnali che il paziente ci invia (disperazione, rassegnazione, isolamento, ma anche agitazione, panico, irritabilità) e associando alla terapia antidepressiva altri farmaci, che lo proteggano dalla sua stessa impulsività.
Secondo Hagop Soren Akiskal, del Centro Internazionale per i Disturbi dell' Umore della University of California at San Diego, un uso giudizioso degli antidepressivi in realtà protegge i pazienti dai comportamenti autolesionistici.

"L'importante è che si sia riconosciuta l'effettiva pericolosità di questi farmaci e di come questi siano alla base di molti morti tragiche...soprattutto giovani...ma c'è ancora da fare e da battersi per estirpare la credenza che "le malattie dell'anima" siano curabili esclusivamente con dei farmaci e ricondotte ad una disfunzione fisica!!!"

giovedì 7 giugno 2007

Grande Notizia!!!

Il comune di Milano approva mozione contro i test psicologici nelle scuole.

Mercoledi 6 Giugno 2007 ore 11:33:49

Il Consiglio Comunale di Milano all'unanimità ha approvato una mozione per vietare completamente i test psicologici nelle scuole. Inoltre, è stato deciso di impegnare il comune in una campagna di sensibilizzazzione a tutti i cittadini anche aderendo alla Campagna Perché non Accada.
Il risultato è stato possibile grazie all'invito rivolto al consigliere Paolo Massari il quale, in qualità di Presidente della Commissione dell'educazione, ha invitato la Senatrice De Petris, il Senatore De Angelis e l'On. Mariella Bocciardo a illustrare la proposta di legge già presentata alla Camera e al Senato.
Un genitore ha parlato in commissione dei test fatti al figlio ed è stato intervistato sulla querela che ha sporto. La sua testimonianza ha colpito molto i consiglieri sgomenti all'idea che nelle scuole milanesi si facessero test psicologici. L'argomento ha suscitato così tanto interesse che finita la commissione sono scesi in Consiglio Comunale e immediatamente hanno approvato la mozione.

Articoli sono usciti su: LIBERO, CORRIERE SERA (cronaca di milano),REPUBBLICA, IL GIORNO, CRONACA QUI, METRO, CITY.

L'articolo del Corriere della sera potete leggerlo qui.

Casa 'lager' per minori

ORRORE A ENNA

"Questo articolo è molto importante perchè dà un esempio di dove vengono messi i bambini una volta tolti ai genitori a causa di perizie psicologiche che ne determinano l'allontanamento...clicca sui link a destra e scopri ciò che la psichiatrìa ha in serbo per ognuno di noi!" by Sushy incazzata!

Casa 'lager' per minori: Abusi e botte, due arresti.

Sberle, punture con spilli e cibo scaduto per i bambini di una casa accoglienza, che ospitava anche disabili. I piccoli venivano minacciati e sottoposti a violenze psicologiche. Arrestata la responsabile e un suo collaboratore
Enna, 5 giugno 2007 - Maltrattamenti continuati su minori che venivano alimentati con cibi spesso scaduti, puniti e minacciati, abbandono di minori, violenza privata, malversazione e falso. Sono alcune delle ipotesi di reato che hanno portato all'arresto di Olimpia Arangio, 35 anni, e di Mario Marasà, 32 anni, entrambi di Enna, rispettivamente la responsabile e il suo stretto collaboratore della casa alloggio per minori 'Quadrifoglio' nel capoluogo ennese.
Le accuse scaturiscono da una lunga indagine della squadra mobile sul sistema di gestione della casa alloggio e sul trattamento cui sarebbero stati sottoposti i ragazzi e bambini che vi erano ospitati. Bambini malnutriti, malvestiti, minacciati e picchiati - anche con ceffoni, violente tirate di orecchi, punture con spilli - ai quali non veniva garantita neppure un'igiene corretta nè un abbigliamento adeguato. I ragazzi erano sottoposti pure a violenze psicologiche, come la minaccia di non farli incontrare per lunghi periodi con i genitori.

Ma tra le ipotesi più gravi, al momento al vaglio degli inquirenti, ci sono anche i possibili abusi sessuali perpetrati dai ragazzi più grandi, anche disabili, su quelli più piccoli, avvenuti poichè mancava all'interno della struttura un'adeguata sorveglianza e gli ospiti venivano lasciati da soli in situazioni di promiscuità.
Ai due arrestati vengono contestati anche i reati di violenza privata continuata aggravata per avere obbligato dietro minaccia di licenziamento alcuni dipendenti della struttura a fatturare spese personali come se sostenute per la struttura 'Quadrifoglio', di malversazione continuata in concorso in danno dello Stato, in quanto distraevano la destinazione delle rette pagate dai Comuni per il mantenimento dei minori e dei disabili alloggiati, utilizzandoli per spese personali.
La Arangio, inoltre, avrebbe stilato relazioni false per il tribunale dei minori di Caltanissetta, nelle quali dichiarava fatti inesistenti tesi a prolungare la permanenza dei minori nella sua struttura e quindi a continuare a percepire le rette. È in corso il trasferimento dei minori e dei disabili ospiti della struttura presso altre case di accoglienza.

martedì 5 giugno 2007

Insegnare la fiducia, l'onestà e il rispetto di sè


La via della felicità: Una guida al buon senso per avere una vita felice!

"Ogni cultura, in ogni era, ha fatto affidamento su di un codice morale promuovere una condotta positivae costruttiva e scoraggiare atti distruttivi e dannosi. Sebbene alcuni di questi codici potrebbero non essereappropriati al XXI secolo, erano appropriati al periodo in cui erano stati concepiti. Spesso avevano un'influenza diretta su questioni come la salute e la sopravvivenza, aiutando la vita della famiglia, del gruppo, della nazione...
Questi vari codici di condotta sono stati rifiutati con l'evolversi dei tempi e delle situazioni complessive...molte persone sono andate alla deriva, in una società che cambia rapidamente come la nostra, senza avere una bussola morale per il proprio comportamento!!...
L.Ron Hubbard era profondamente consapevole di ciò nel 1980, quando si rese conto che il MONDO ERA PRIVO DI UNA MODERNA GUIDA MORALE E CHE, PER QUESTO MOTIVO, LE PERSONE ERANO PIU' INCLINI A CONDURRE UN'ESISTENZA PRIVA DI FELICITA'.
Hubbard, noto soprattutto come il fondatore della religione di Scientology, ha dato al mondo molte soluzioni da un punto di vista puramente umanitario e in questo caso capì che vi era BISOGNO DI UN CODICE DI CONDOTTA CHE NON FOSSE COLLEGATO AD UNA RELIGIONE IN PARTICOLARE, SIA NEL CONTENUTO CHE NELL'ATTUAZIONE PRATICA.
Quindi, cosa ben distinta dal suo operato nel campo della religione, scrisse LA VIA DELLA FELICITA', una guida basata sul buon senso per avere una vita più felice. Non contiene nessun appello, se non al buon senso che una persona vi coglie nel leggerlo.

NON E' INDISPENSABILE ESSERE IN UN CONTESTO RELIGIOSO PER INSEGNARE I VALORI MORALI AI GIOVANI...SI PUO' USARE IL BUONSENSO PER FAR CAPIRE LA DIFFERENZA TRA IL BENE E IL MALE!!..."

Clicca il link...e scoprine di più!^_^ www.moral-values.org/pdf/italian.pdf

venerdì 1 giugno 2007

La psichiatria sta "patologizzando" il comportamento dei bambini

COMITATO DEI CITTADINI PER I DIRITTI UMANI O.N.L.U.S.
Viale Monza, 1 – 20125 MILANO – Tel. 02/36510685
C.F. 97378250159

Torino, 1 giugno 2007

Redazione Cronaca

COMUNICATO STAMPA

A Gassino il 14 giugno alle ore 21,00 si discute di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e la discussione si promette piuttosto accesa dal momento che i relatori saranno il Presidente Nazionale del CCDU dott. Roberto Cestari, i Consiglieri Regionali Gianluca Vignale (AN) e Antonino Boeti (DS) firmatari della nota legge regionale contro l’uso indiscrimianto di psicofarmaci sui bambini e la somministrazione di test ADHD nelle scuole, la dott.ssa Patrizia Borca neuropsichiatra infantile dell’ASL 7 e il dott. Antonello Lanteri Direttore del dipartimento di psichiatria dell’ASL 7.

L’abitudine controversa di una certa psichiatria nello screening e la cura dei bambini per i cosiddetti “problemi mentali”, ha recentemente attirato l’attenzione dei media a livello internazionale. L’Associated Press ha riferito giorni fa, che: “ In psichiatria c'è un campo in crescita noto come salute mentale dell’infanzia”. Un medico di Londra, il Dott. Michael Fitpatrick, ha commentato: “ L’estensione di queste categorie (come l’ADHD) che includono dal 20 al 30% dei bambini, riflette una tendenza sociale a “patologizzare” e medicalizzare la vita dei bambini…”
Negli Stati Uniti la professione psichiatrica sta spingendo sempre più nella direzione di programmi, come il " Teen Screen", per diagnosticare dei disturbi psichiatrici a bambini piccoli ed adolescenti, dopo di che vengono spesso prescritti loro dei potenti psicofarmaci, descritti dall’ente americano, la FDA come causa di mania, psicosi, tendenze e comportamenti suicidi, idee omicide, attacco cardiaco, colpo apoplettico e decesso improvviso. Soltanto nello stato della Florida, in un anno, sono stati prescritti antipsicotici a 4500 bambini, sotto l'età di 5 anni, coperti dall’assistenza sanitaria Medicaid. Nonostante i seri pericoli di questi farmaci, sono prescritti sulla base di diagnosi soggettive, che non possono essere verificate con esami fisici – come analisi del sangue, tomografia o radiografia .
In Italia la percentuale di minori italiani che soffrirebbero di iperattività e deficit di attenzione secondo le associazioni scientifiche di impostazione più organicista, sarebbe dal 4% al 20%. (fonte: Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile, Kataweb)
Da 30.000 a 50.000, i bambini italiani che ogni giorno assumono psicofarmaci, alcuni dei quali inducono al suicidio secondo i più recenti “warning” dagli USA (fonte: Istituto Mario Negri di Milano)
Seguendo l'onda Statunitense, ben 82 centri sono stati accreditati per la diagnosi e cura dell'ADHD con psicofarmaci. “Nei fatti l’ADHD è solo un sintomo e la sua diagnosi non ha alcuna base scientifica “ ciò è fin troppo noto nella comunità scientifica internazionale.” commenta la dott.sa Maria Elena Testa. Coordinatrice regionale del CCDU, e aggiunge “Siamo davvero sicuri che i genitori di un bambino difficile siano disposti a far assumere farmaci che possono produrre seri e imprevedibili effetti collaterali sui propri figli? E soprattutto, ne sono a conoscenza? Esiste poi anche un altro aspetto importante riguardante il profilo educativo” - conclude la dott.ssa Testa - “con questo tipo di approccio farmacologico, il bambino viene addestrato a risolvere i problemi della sua vita con una pastiglia: vogliamo una futura generazione farmaco dipendente ed incapace di confrontare gli inevitabili problemi della vita?”.
Non si tratta di negare aiuto a chi soffre, ma ogni bambino ha diritto alle soluzioni appropriate piuttosto che diagnosi affrettate e senza fondamento scientifico con somministrazione di psicofarmaci che cercano di annullare i sintomi e che impediscono di scoprire ciò che realmente non va nel bambino, sopprimendo in molti casi la vera causa dei suoi disagi.

Ufficio Stampa
Dott.ssa Maria Elena Testa
CCDU Onlus
Coordinamento Regione Piemonte
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